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Sulle tracce di Michelangelo

Itinerario per le vie di Firenze

Alla scoperta delle perle del Rinascimento italiano

Pochi artisti sono riusciti a lasciare un segno così profondo e duraturo nella storia dell'arte come quello lasciato da Michelangelo Buonarroti. Nato in Toscana in una piccola località vicino ad Arezzo, oltre la valle del Casentino vicino a La Verna, Michelangelo si trsferì ben presto insieme alla sua famiglia dalle parti diFirenze - ed in particolare Settignano - dove fu affidato alle cure di una balia a causa delle precarie condizioni di salute di sua madre. L'artista avrebbe più volte ribadito in futuro che dalla sua balia ricevette molto più del solo latte, assorbendo la cultura e la tradizione di famiglia, da sempre scalpellini.

Nonostante abbia trascorso la maggior parte della sua vita a Roma, Michelangelo si è sempre considerato un fiorentino ed è proprio nel capoluogo toscano che è orgogliosamente esposta la maggior parte dei suoi capolavori. Esplora la città di Michelangelo significa ripercorrere le tappe della sua carriera artistica e visitare luoghi indissolubilmente legati alla sua memoria.

L'itinerario che vi proponiamo di seguito vi condurrà alla scoperta sia di alcune delle più grandi opere d'arte del geniale artista, sia dei monumenti storici tra i più importanti e rinomati di Firenze, ecco perchè vi consigliamo di leggere l'articolo e di prenderlo come riferimento durante la vostra visita della città, con la speranza che sia una sorta di caccia al tesoro per cercare di identificare quanti più capolavori possibili di quest'artista unico nel tempo e nella storia dell'arte.

Si parte da CASA BUONARROTI

Lo sapevate?

Michelangelo ha realizzato alcune delle sue opere d'arte più famose, come la Pietà di Roma ed il David di Firenze, prima di aver compiuto 30 anni! Un uomo il cui genio artistico scorreva nelle sue vene sin dalla nascita!

Per capire meglio l'evoluzione dello stile di Michelangelo Buonarroti, ci dirigiamo verso Casa Buonarroti, prima tappa del nostro itinerario, situata nel vivo e caratteristico quartiere di Santa Croce. Nonostante il nome, Casa Buonarroti, non si tratta del luogo dove visse l'artista: il palazzo fu costruito per volere del suo amato nipote, Leonardo, ed è stato tramandato di generazione in generazione fino all'estinzione della casata.

Ospita due opere che l'artista scolpì quando aveva sui 20 anni, entrambe sullo stile del basso rilievo: la Battaglia dei Centauri ed la Madonna della Scala. La prima non sarebbe stata possibile senza la conoscenza della scultura classica che l'artista acquisì durante i suoi studi giovanili presso i Giardini di San Marco (l'accademia d'arte all'aperto sponsorizzata dalla famiglia dè Medici). La seconda, invece, è un esplicito tributo al grande scultore Donatello.

Tappa successiva: SANTO SPIRITO

Seguendo una sorta di itinerario cronologico, ci dirigiamo per la tappa successiva alla Chiesa di Santo Spirito, dove possiamo ammirare le opere di un giovane Michelangelo.

Situata nel famoso quartiere del'Oltrarno, la chiesa di Santo Spirito è uno degli esempi più belli di architettura religiosa di Firenze. E' proprio qui che Michelangelo, all'epoca un ragazzo, trovò accoglienza come artista in seguito alla morte del suo patrono e protettore Lorenzo dè Medici, conosciuto come Lorenzo il Magnifico, nel 1492.

Durante la sua permanenza al Santo Spirito, Michelangelo ottenne il permesso dal priore per dissezionare i cadaveri del vicino ospedale per poter approfondire la conoscenza del corpo umano e tradurla in capolavori artistici. Per dimostrare la sua riconoscenza per questa insolita esperienza, scolpì un toccante crocifisso in legno nel 1493.

Il crocifisso rappresenta Cristo con un'immagine di un fragile corpo adolescenziale, quasi sicuramente ispirato ai numerosi cadaveri di giovani corpi dissezionati all'ospedale. Rappresenta una triste ed introspettiva allegoria della debolezza e della fragilità umana di fronte alla morte.

Si prosegue verso il BARGELLO...

Dopo la sommossa che obbligò i Medici all'esilio nel 1494, Michelangelo perse definitivamente i suoi committenti e patroni e si trasferì a Roma. Nonostante la sua permanenza qi enga associata ai famosissimi affreschi della Cappella Sistina in Vaticano, fu proprio a Roma che Michelangelo scolpì la sua rinomata Pietà di San Pietro ed il Bacco, oggi ospitato presso il il Museo del Bargello a Firenze.

Le sale del piano terra di questo straordinario museo espongono opere d'arte toscane del 16° secolo, tra cui in particolare risaltano 4 capolavori di Michelangelo (1475-1564) come il Bacco, appunto, ed il Ritratto di Bruto. Qui si trova anche il celebre Tondo Pitti (conosciuto anche come Madonna con Bambino): il tondo era una forma d'arte tipica da esporre nelle case del periodo e spesso le famiglie più abbienti ne avevano una tra le loro mura domestiche.

La quarta opera è il David / Apollo,creato per Baccio Valori, alleato dei Medici e governatore di Firenze, intorno al 1530 ed a causa del suo stato di opera incompiuta, non si è mai riuscito a stabilire con esattezza il soggetto rappresentato.

...poi verso l'ACCADEMIA

Michelangelo tornò a Firenze nel 1501, periodo durnte il quale realizzò alcune delle sue opere d'arte più celebri, incluso il magnifico David, esposto presso la Galleria dell'Accademia. Questo capolavoro indiscusso è stato ricavato da un blocco di marmo che, per ben 25 anni, era stato abbandonato dopo il tentativo non riuscito da parte di altri due artisti di "estrarvi il Davide che nascondeva al suo interno" (era stata commissionata loro una statua di re Davide da collocare in Santa Maria del Fiore, il Duomo di Firenze, ma il tentativo fallì per entrambi a causa delle condizioni non troppo buone del blocco di marmo). L'incarico fu dato, infine, a Michelangelo, che a soli 26 anni riuscì a realizzare un capolavoro di inestimabile valore e bellezza,scrivendo, così, un pezzo di indiscussa importanza della storia dell'arte.

“Non-finito”

La teoria comune è che Michelangelo lasciò molte delle sue opere incompiute perchè non era soddisfatto del loro stato di avanzamento...sebbene molti ritengano, piuttosto, che un grande artista come lui abbia potuto abbandonare le ue opere solo perchè l'idea che aveva di esse era molto più importante del risultato finale, spiegando quindi lo stato del "non finito" come una sua esplicita volontà.

Presso l'Accademia sono esposte altre sue sculture incompiute, dove le figure sembrano essere intrappolate nel blocco di marmo, immortalate nel disperato tentativo di liberarsi. Rimarrete stupiti dalla scultura non-finita di San Matteo, realizzata per la Cattedrale di Firenze, o dai famosissimi Prigioni, un gruppo scultoreo in marmo realizzato per la tomba di Papa Giulio II a Roma. Per saperne di più sui Prigioni e lo stile di Michelangelo, date uno sguardo a questa pagina.

Cambio di stile presso gli UFFIZI

Durante il suo soggiorno fiorentino tra il 1501 ed il 1504, Michelangelo portò a termine un'altro suo capolavoro: il Tondo Doni, oggi esposto presso la Galleria degli Uffizi. Forse non famoso tanto quanto il David, si tratta del suo primo dipinto a tempera su tavola e l'unica opera di questo tipo a Firenze.

Tappa a PALAZZO VECCHIO

Il Genio della Vittoria è un'altra opera scultorea pensata per una delle tante versioni della tomba di Papa Giulio II a Roma ed esposta presso Palazzo Vecchio (o Palazzo della Signoria), nel magnifico Salone dei Cinquecento.

Questa scultura fu posta all'interno di Palazzo Vecchio dopo la morte di Michelangelo, quando il Vasari convinse il nipote dell'artista a regalarla al Duca Cosimo I dè Medici che la utilizzò come simbolo della vittoria e della conquista di Siena da parte di Firenze.

Passeggiata verso SAN LORENZO

Nel frattempo, dal 1515 al 1534, due membri della famiglia Medici divennero papi: Leone X e Clemente VIII, rispettivamente il figlio ed il nipote di Lorenzo il Magnifico. I due papi commissionarono a Michelnagelo la realizzazione della Sagrestia Nova all'interno delle Cappelle Medicee e della Biblioteca Laurenziana per la Basilica di San Lorenzo. Si tratta di esempi eccellenti delle diverse capacità di Michelangelo e della sua straordinaria versatilità artistica, dato che di entrambe fu sia architetto che artista e, sebbene abbia lasciato Firenze prima che fossero terminate, entrambe sono state accreditate a lui. Le sue opere testimoniano un innovativo uso dello spazio, considerato estremamente rivoluzionario per il suo tempo.

La Basilica di San Lorenzo ospita, inoltre - sotto la Sacrestia Nuova - la cosiddetta "stanza segreta", dove Michelangelo si rifugiò per ben tre mesi durante le ultime fasi dell'assedio spagnolo di Firenze. Lunga solo 7 metri e larga 2, la camera fu ricoperta nelle pareti da bozzi, schizzi e disegni dallo stesso Michelangelo durante l'attesa e la forzata permanenza all'interno dell'angusto loculo. La staza non è aperta al pubblico e sembra che, per ragioni di sicurezza, lo rimarrà anche in futuro.

Ultima tappa: OPERA DEL DUOMO

Nonostante il genio artistico ed il talento di Michelangelo percorreranno per sempre le strade di Firenze, questa è l'ultima tappa del nostro itinerario. L'ultima opera è la drammatica Pietà Bandini, scolpita a Roma nel 1550 per abbellire la sua tomba. Oggi si trova presso il Museo dell'Opera del Duomo, recentemente restaurato e rappresenta uno dei capolavori più interessanti del grande maestro ospitati nel capoluogo toscano. Il patos della composizione è altamente percepibile, palpabile e ciò che aggiunge quel tocco particolare all'opera è, senza dubbio, il ritratto di Michelangelo stesso nelle sembianze di Nicodemo, la figura maschile che sostiene il corpo senza vita di Cristo affiancato da Maria e dalla Maddalena.

Il tour termina in Piazza del Duomo. Per conoscere in modo più approfondito gli eventi storici legati alle opere menzionate nell'articolo, potete leggere la biografia di Michelangelo Buonarroti, che fornisce ulteriori dettagli sulla travagliata elunga vita di questo grande e unico genio artistico.


Autore: Donna Scharnagl

Ho messo piede in Italia per la prima volta più di 25 anni fa ed ancora non ho trovato un buon motivo per andarmene. Dell'Italia amo il cibo, la cultura, la storia, l'arte, i paesaggi...ho menzionato già il cibo?! Mi definisco una studentessa a lungo termine. E così ho imparato che gli italiani hanno storie che vale la pena di ascoltare, storie che dipingono un quadro che mostra come il duro lavoro forgi il carattere, come la vita sia fatta di alti e bassi e quanto sia bello ridere.



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